Il primo amore e il sistema immunitario

Sedici anni, la vita che scorre a ritmo lentissimo rispetto a quella dell’adulto, il ritmo scandito dalle ore a scuola, e quelle fuori dal temibile edificio. L’adolescenza che impazza, i primi tentativi con il make up, con l’asciugacapelli, con le tinte, il bisogno di piacere e piacersi. Ore spese a parlare al telefono con l’amica del cuore a proposito del ragazzo che ti piace e che non ti guarda neanche di striscio, probabilmente neanche sa della tua esistenza. Il tempo a nostra disposizione sembra infinito, la vecchiaia lontanissima, qualcosa di sfocato, accantonato in un angolino della nostra mente.

Il mio primo amore si chiamava Piero. Era bello come il sole, ai miei occhi. Aveva capelli biondi, lisci che portava spettinati apposta; gli occhi erano azzurrissimi, grandi e dolci; il viso e pelle perfetta, il sorriso che mi faceva sentire le farfalle nello stomaco – la sensazione più bella che esista, per me. Era alto e slanciato, muscoloso, ed era simpatico da morire. Le sue battute mi facevano ridere un sacco. Eravamo amici, prima di tutto, si usciva tutti insieme e mai e poi mai avrei
avuto il coraggio di dirgli quello che veramente mi girava per la testa. Secondo la mia amica del cuore anche io piacevo a lui, ma io non lo credevo possibile, non mi ritenevo alla sua altezza. Mai mi sarei permessa di cedere alla speranza di piacere proprio a lui, mai. 

Eppure, un giorno, mi chiese se volessi aiutarlo a studiare scienze. Mi disse che stavano imparando il sistema immunitario, e che lui di scienze non ne capiva nulla perchè la materia proprio non gli piaceva. Io ero molto brava a scuola ed, in effetti, avrei facilmente potuto aiutarlo a capire il sistema immunitario, quindi, in verità, non c’era nulla di poi tanto strano se aveva deciso di chiedere proprio a me di aiutarlo. Tuttavia, una piccola parte di me, si era convinta che forse forse una speranza c’era, che forse, dietro a quella richiesta, si celava un desiderio di passare del tempo insieme, ma lontano da tutti. In particolare, lontano dal suo miglior amico che non mi trovava troppo simpatica e provava una stupida, insensata gelosia nei miei confronti – che la mia amica considerava prova inconfutabile dell’interesse del bel Piero per me. 

Ci ritrovammo davanti al libro di scienze, ma di sistema immunitario parlammo ben poco. Da subito mi prese la mano tra le sue e, dopo esserci guardati in silenzio negli occhi per un tempo non so quanto lungo, avvicinò il suo viso perfetto al mio e mi diede il bacio più bello del mondo, il ricordo più bello del mondo. 

La nostra fu una storia lunga, molto complessa e fatta di grandi alti e bassi. Lasciarlo, fu davvero difficile perchè non avevo smesso di amarlo, mi ero costretta a separarmi da lui solo perchè la nostra relazione era diventata tossica per me e mi faceva stare davvero male. Forse lo amo ancora oggi, chissà. Di certo, non dimenticherò mai il giorno in cui ci incontrammo per studiare il sistema immunitario.…